La spregiudicata violenza a cui assistiamo in Messico si può attribuire a cause concrete che ne fanno un fenomeno fuori controllo in regioni povere, grandi città e punti di frontiera che rappresentano poli economici importanti in via di sviluppo. Non si scopre niente di nuovo quando, dietro questi indici di violenza troviamo il commercio di droghe e sostanze illegali, che colpiscono soprattutto i più giovani, che sono facili prede di questa voragine di distruzione alla quale non si vede nessuna soluzione effettiva e immediata.
Il 28 novembre scorso è stata presentata l’edizione completa dell’Inchiesta Nazionale sul Consumo di Droghe, Alcool e Tabacco 2016-2017, uno strumento della Commissione Nazionale contro le Dipendenze, che ha rivelato dati allarmanti e nient’affatto promettenti sulla realtà del consumo di droghe, specialmente tra i giovani e gli adolescenti. Sorprende che le autorità degli Stati Uniti, nel contesto generale dell’Iniziativa Mérida –un accordo firmato tra Messico e Stati Uniti nel dicembre del 2008 per il “riconoscimento delle responsabilità condivise da entrambe le nazioni, con il fine di fermare la violenza generata dalle droghe che minaccia i cittadini di ambo i lati della frontiera” – abbiano concesso finanziamenti per l’elaborazione dell’indagine statistica appena menzionata, che ha raggiunto un campione di 6 mila persone circa.
I tre corposi volumi dell’indagine permettono di prendere visione di uno studio dettagliato delle principali dipendenze che compromettono la salute pubblica e la sicurezza nazionale. Marihuana, solventi e inalanti, cocaina e metanfetamine sono le droghe più consumate. La popolazione giovanile, tra 12 e 17 anni, ha registrato un aumento nell’uso di droghe, passando dal 1.3% nel 2002 al 2.9% nel 2011. Gli stati con maggior consumo di marihuana e cocaina sono Città del Messico, Quintana Roo, Jalisco e Stato del Messico.
Anche se le conclusioni del rapporto mostrano un illusorio ottimismo riguardo la “crescita stabile” del consumo di droghe, riconoscono che tra la popolazione tra i 12 e 65 anni si è registrata una crescita sostenuta del consumo; ovvero, praticamente tutta la fascia economicamente attiva, bambini, giovani e persone della terza età. Il rapporto lo riconosce quando conclude che “è rilevante lavorare con i cittadini in generale perché si percepisca il consumo delle droghe come un problema di salute e non come un atto di delinquenza”.
Questa realtà accende luci rosse che si sommano ad altre già accese in materia economica, sociale e di giustizia. L’aiuto finanziario di un governo straniero nella elaborazione di questa Statistica, ci avverte del problema serio che appena si intravede e di tutte le sue conseguenze. Adesso è diventata anche una questione di sicurezza nazionale.
Senza dubbio le conseguenze vanno al di là del consumo e delle dipendenze. Quasi contemporaneamente alla pubblicazione dell’Inchiesta Nazionale sul Consumo di Droghe, Alcool e Tabacco 2016-2017, e durante lo svolgimento del Foro Internazionale sulla Delinquenza Giovanile promosso dalla Procura Generale della Repubblica alla fine del mese di novembre, si sono conosciuti dati strazianti rispetto il reclutamento di bambini e adolescenti da parte della criminalità organizzata, che vengono poi utilizzati come “falchi” o “scudi umani” per 15 mila pesos (800 dollari), una cifra sufficiente per tirarli fuori dalla povertà, dato che corrisponde anche a quattro volte le entrate economiche abituali delle loro famiglie. In altre parole, la delinquenza ha trovato una fonte di mano d’opera a basso costo, contrattando giovani delle zone emarginate e di gruppi vulnerabili come i membri dei popoli e delle comunità indigene.
Il panorama è desolante. Mentre milioni di pesos vengono buttati al macero tra processi elettorali e partiti politici, non ci sono programmi efficaci di prevenzione, di salute pubblica e di riabilitazione atti a creare fonti di lavoro per giovani in chiara situazione di rischio. Il Messico ha bisogno di dare soluzioni specifiche e reali al problema che sta sterminando la sua gioventù.
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Pizio