Il futuro, almeno dal punto di vista demografico, è favorevole all’Islam che nelle proiezioni dell’istituto Pew Reserch Center crescerà più rapidamente del cristianesimo. Tutto merito dell’indice di fertilità più elevato delle famiglie mussulmane che nel 2035 realizzeranno il sorpasso su quelle cristiane con 225 milioni di nascite contro 224. Il gap sarebbe destinato ad aumentare negli anni, arrivando nel quinquennio 2055-2060 a 6 milioni, cioè 232 milioni di neonati in famiglie musulmane rispetto a 226 milioni in famiglie cristiane.
Ma in America Latina non sarà così.
La citata ricerca del think tank statunitense con sede a Washington, intitolata «I mutamenti del panorama religioso globale», indica proprio nel nuovo mondo l’area del pianeta in cui il tasso di crescita dell’insieme della popolazione supererà ampiamente l’incremento del numero di musulmani. Per quell’anno, il 2050, i sondaggisti del Centro di ricerca Pew prevedono che la popolazione del continente latinoamericano registri un incremento del 27 per cento rispetto al 2010 mentre il numero dei seguaci dell’Islam crescerà di appena il 13%. Se la tendenza si confermerà senza alterazioni di nessun tipo a metà del secolo i fedeli dell’Islam saranno meno di un milione, meno di quanti ve ne fossero in Spagna o in Italia nel 2010.
Come si spiega l’indietreggiamento islamico in America Latica contro la forte crescita segnalata negli Stati Uniti e Canada (179 % in più nel 2050), nell’Africa Subsahariana (170%), in Europa (63%) e in in Asia (48%)? Con tre ragioni. La prima è lo scarso numero di musulmani che vivono nel continente, stimato nel 2010 in non più di 840.000 includendo anche i paesi dei Caraibi, e la spinta migratoria molto debole verso l’America Latina che modificherà di poco tali cifre. La seconda ragione riguarda la percentuale pressochè insignificante di conversioni all’Islam che si registra nei paesi dell’America Latina, dove passaggi, trasmigrazioni e scambi sono forti tra il cattolicesimo e i movimenti evangelici, in direzione soprattutto di questi ultimi. La terza ragione ha a che vedere con il tasso di fertilità, che in America Latina è ben lontano dai livelli attuali dell’Africa. “In Africa, dove l’Islam è molto forte, ogni donna ha 4, 5 o 6 figlii, il che accellera il ritmo di crescita tanto dei musulmani come dei cristiani” spiega Conrad Hackett, demografo e direttore associato di Ricerca del Centro Pew, mentre in America Latina anche se in molte aree ci sono stati alti tassi di natalità nel passato, adesso in molti paesi le donne partoriscono 1, 2 o 3 figli”.