Nel contesto del complesso e delicato dialogo venezuelano tra governo e opposizioni sta crescendo la domanda su quello che dovrebbe essere il ruolo assunto dall’arcivescovo Claudio Maria Celli. La riposta è semplice e abbiamo potuto avere conferma della sua fondatezza da alcune fonti autorevoli. Mons. Celli, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali (sciolto con il processo di ripensamento organizzativo delle comunicazioni vaticane), presule con un’esperienza diplomatica intensa e collaudata in America Latina, in realtà è l’Inviato del Santo Padre per prendere parte nel processo di dialogo che si è aperto tra il governo del Presidente Maduro e i partiti dell’opposizione. Al momento dell’apertura e dei preliminari mons. Celli non era presente perché momentaneamente impossibilitato. In queste circostanze l’arcivescovo italiano è stato sostituito dal Nunzio a Buenos Aires mons. Mons. Emil Paul Tscherrig. Solo domenica 30 ottobre, mons. Celli ha potuto prendere possesso della sua missione a Caracas, incontrandosi con il Presidente, con il Nunzio in Venezuela mons. Aldo Giordano, con membri dell’Episcopato e con i partiti dell’opposizione. Si è così avviata pienamente la sua delicata missione. L’Inviato del Papa tornerà a Caracas l’11 novembre prossimo.
Giorni fa, in una sua lettera inviata alle parti in dialogo, mons. Claudio Maria Celli ha trasmesso agli interlocutori la vicinanza di Papa Francesco, assicurando che il Pontefice prega per la nazione. “In nome del Santo Padre, scrive il presule, desidero ringraziare il Presidente della Repubblica e al Governo Bolivariano della Repubblica del Venezuela; ai responsabili del Tavolo per l’unità democratica; al Segretario generale e ai presidenti di Unasur, per l’invito ad accompagnare il processo di dialogo. A voi tutti desidero comunicare l’affettuosa vicinanza e le preghiere di Papa Francesco.”
“Il Papa – prosegue mons. Celli – segue molto da vicino la complessa situazione di questo caro popolo ed è vivamente preoccupato per le tensioni esistenti. Il suo desiderio è quello di favorire il più possibile la realizzazione di questo processo. Sappiamo che la pace per tutti i popoli è la prima preoccupazione di Papa Francesco così come la priorità della diplomazia della Santa Sede. Nessun popolo può risolvere le tensioni con la violenza. C’è sempre un’altra possibilità. La violenza crea sempre più violenza. Oggia abbiamo bisogno di percorre cammini che, seppure difficili, ci conducano ad una pace sicura e duratura”.
“Nell’enciclica Laudato sì Papa Francesco pone una domanda: Che mondo vogliamo lasciare a coloro che vengono dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domande deve risuonare nel cuore di tutti: vogliamo lasciare ai nostri figli un Venezuela nella violenza, nella polarizzazione ideologica, nel conflitto, nell’odio reciproco? Sono certo che nessuno di noi desidera tutto ciò: nessuno di noi desidera passare alla storia come una persona che non ha fatto tutto il possibile per evitare la violenza.” “Papa Francesco rivolgendosi al popolo del Venezuela nel settembre 2014 scrisse: “Vi incoraggio a raddoppiare gli sforzi affinché la fiamma della pace … illumini con la sua luce la società. Non bisogna avere paura della pace e della convivenza; la riconciliazione e l’unità non sono una sconfitta o una perdita, ma una vittoria, perché chi ne esce vincente è l’essere umano, creato da Dio per vivere in concordia ed armonia. (Cf. Ef.2, 14) Che l’esempio di Cristo, che con la sua morte ha abbattuto il muro dell’odio e della divisione, vi aiuti nell’impegno per una società sempre più giusta e pacifica”.
Infine. Mons. Celli osserva anche: “Stiamo, tutti, creando spazi per un processo di dialogo? Tutto ciò vale la pena? Ascoltando le dichiarazioni dopo gli incontri della settimana scorsa possiamo dire che da un lato vi sono molte persone che considerano il cammino del dialogo come l’unica via possibile da percorrere e la comunità internazionale ha espresso il suo consenso quasi in modo unanime a fine di sostenere il dialogo come l’unico cammino per il Venezuela.”