IN MORTE DI UN GESUITA. Quella di Fernando Cardenal è una vita spesa per il Nicaragua. Con lui scompare uno degli alfabetizzatori più grandi dell’America Latina

Il  velatorio della salma di Fernando Cardenal. In prima fila il fratello Ernesto
Il velatorio della salma di Fernando Cardenal. In prima fila il fratello Ernesto

Come era purtroppo prevedibile da alcuni giorni, poche ore fa ci ha lasciato il nostro caro amico gesuita, padre Fernando Cardinale. La sua partenza lascia un grande vuoto nell’anima dei suoi amici; nell’anima di coloro ai quali lui, mite e semplice, donò un’amicizia limpida e fedele. Ci mancherà molto così come mancherà alla storia dell’America Latina dove, per fortuna, resterà come un monolito di roccia l’eredità della sua opera di grande evangelizzatore e di grande alfabetizzatore. Padre Fernando era nato il 26 gennaio 1934, in Spagna, a Granada. Poche settimane fa aveva compiuto 84 anni.

Alla guida, come Ministro del Ministero della Pubblica Istruzione del Nicaragua tra il 1984 e il 1990, nel primo governo sandinista, concepì e portò a compimento una delle più straordinarie campagne di alfabetizzazione dell’emisfero americano (Cruzada Nacional de Alfabetización) e si può dire che grazie al suo impegno e alla sua fatica almeno 500/600mila nicaraguensi impararono a leggere e a scrivere. Fino a poche ore fa, padre Cardenal è stato anche Direttore nazionale di “Fe e Allegria”, responsabilità dalla quale ha saputo anche seminare, appunto, la fede e l’allegria del Vangelo.

Padre Fernando Cardenal, insieme con altri sacerdoti (Ernesto Cardenal, Miguel d’Escoto e Edgard Parrales), il 4 febbraio 1982 fu sospeso a divinis poiché si ritenne che le sue attività sociali e politiche erano incompatibili con il ministero sacerdotale. Solo il 14 agosto 2014 per decisione di Papa Francesco questa misura disciplinare venne tolta. Nel periodo più difficile della sua vita lasciò anche la Compagnia di Gesù, ma anni dopo venne riammesso.

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Addio carissimo Fernando, rimarrai per sempre nei nostri cuori, nel cuore dei tuoi amici e sarai un esempio di vita cristiana perenne. Soprattutto rimarrai per sempre nel cuore di tanti tuoi fratelli che grazie alle tue fatiche oggi sanno scrivere e leggere il proprio nome. Loro non dimenticheranno mai il coraggio che hai avuto, quando tutto era terribilmente difficile per i cristiani latinoamericani, di avventurarti come amico e sacerdote nelle periferie esistenziali dell’analfabetismo.

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