Smentita dopo poche ore la notizia che il Papa avrebbe risposto affermativamente all’invito del nuovo presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, di partecipare ai costituendi “Fori di consultazione” che hanno lo scopo dichiarato di elaborare nuove politiche di pace e riconciliazione in un paese piagato dalla corruzione e dalla violenza. Non ci sarà di persona, aveva annunciato la coordinatrice dei “Foros de Consulta de Procesos de Paz” Loreta López Ortíz, ma virtualmente: “Sarà per videoconferenza; dobbiamo aspettare il momento che gli permetterà la sua agenda, ma ha già accettato” aveva dichiarato la specialista di diritti umani a cui il partito di López Obrador ha affidato la preparazione della consultazione.
A ventiquattr’ore dall’annuncio è arrivata la smentita vaticana per bocca del portavoce Greg Burke con un secco: “La notizia che il Santo Padre parteciperà a questa conferenza non ha fondamento”.
A parte le approssimazioni, la responsabile dei Forum nel corso di una conferenza di stampa offerta a Città del Messico nella giornata di sabato 21 luglio aveva annunciato come positiva la risposta del Papa all’invito del leader socialista che ha spodestato il PRI nelle recenti elezioni. Loreta López Ortíz, con un passato di consulente giuridica in varie istituzioni tra cui il Ministero degli esteri messicano, aveva anche parlato di “due persone, raccomandate da lui [il Papa] come esperti, che arriveranno da parte della sua ambasciata”. Chi fossero i due designati non lo aveva specificato, e non era neppure chiaro da quale ambasciata dovessero provenire, con tutta probabilità la Nunziatura apostolica retta dal luglio 2016 da monsignor Franco Coppola.
Circa quest’ultima eventualità, quella di un eventuale inviato papale, o inviati ai Forum messicani, la smentita vaticana non dice nulla.
López Obrador, consultato dopo l’annuncio della partecipazione papale dato dalla sua collaboratrice era stato più cauto, anche per rispettare le procedure che lo vedranno formalmente presidente del Messico solo a partire dal primo dicembre prossimo. Il fondatore e già presidente del “Partido de la Revolución Democrática” (PRD) aveva preferito parlare di “un interesse del Vaticano a partecipare, ad aiutare, ad accompagnarci in questo processo di consultazione”; aveva poi aggiunto di non saperne molto di più: “non voglio dire qualcosa che non sia sicuro; sì mi hanno informato di questo, ma ancora non ho informazioni solide su questo tema; stiamo facendo l’invito, lo abbiamo fatto già prima e credo che per rispetto delle forme non potrei rispondere adesso”. E’ comunque vero che l’invito al Papa era già stato fatto più di una volta, l’ultima a metà aprile di quest’anno, con la campagna elettorale in pieno svolgimento, quando Andrés Manuel López Obrador, alla testa di una coalizione formata dal “Movimiento Regeneración Nacional” (Morena), dal “Partido del Trabajo” (PT) e dal “Partido Encuentro Social” (PES), uscendo dalla sede della Conferenza episcopale messicana aveva ripetuto che avrebbe invitato il Papa a partecipare a una serie di forum sulla sicurezza che avrebbe organizzato una volta vinte le elezioni. Ai giornalisti che lo attendevano all’uscita della riunione privata con i presuli del suo paese riferì di “aver detto loro (ai vescovi) che per portare avanti questo processo di consultazione inviterò Papa Francesco ad aiutarci, ad accompagnarci durante tutto il processo, come anche altri leader spirituali di altre chiese, e leader delle organizzazioni sociali e del mondo, in modo che tutto ciò che riguarda il grave problema dell’insicurezza e della violenza venga analizzato”. Fece anche notare che il Papa “ha già partecipato ad altri processi di pace, con altre caratteristiche ovviamente, ma ha partecipato alla pacificazione tra i governi di Cuba e gli Stati Uniti, agli accordi di pace della Colombia e ha partecipato a tutto ciò che contribuisce alla pace e alla tranquillità”, ragioni che lo inducevano a chiedere il coinvolgimento di Francesco nel processo messicano.
Papa Francesco, dunque, non si coinvolgerà nei Forum messicani, né di persona, né virtualmente. Non è invece esclusa una partecipazione attraverso altre modalità, considerata l’importanza della consultazione, i cui assi tematici ruoteranno attorno alla riconciliazione e alla pace nel paese e chiederanno ai settori consultati di pronunciarsi su una eventuale legge di amnistia e legalizzazione delle droghe. Si sa invece che già al primo tavolo di lavoro vi saranno rappresentanti delle Nazioni Unite, l’Alto commissario per i diritti umani, il relatore speciale sulle sparizioni forzate e le esecuzioni, oltre ad una ventina di organizzazioni internazionali specializzate.
I Forum sulla pace inizieranno il 7 agosto e termineranno il 30 novembre. Se ne prevedono 40. Il risultato dei lavori si tradurrà in proposte “per configurare l’intera strategia di pacificazione del Paese, e porteranno all’elaborazione di diverse leggi e politiche pubbliche”.