In Cile, dove la stampa e l’opinione pubblica hanno la percezione che l’urgente e necessario processo di rinnovamento della chiesa locale è molto lento e poco trasparente, la giustizia invece cammina con passi da gigante e la sua azione ha una velocità supersonica. È vero che i tempi della Chiesa non sono quelli del potere giudiziario ma al tempo stesso è anche vero che se arriva prima il giudice poi per il vescovo le cose si complicano moltissimo, soprattutto se ad essere “toccato” per primo è proprio il vescovo.
Nel Paese sudamericano, dove la totalità dei vescovi (32), tranne cinque, resta formalmente dal 17 maggio scorso un ordinario diocesano dimissionario, sono in corso decine e decine di processi che coinvolgono 158 membri della Chiesa e i presunti reati coprono un arco di tempo molto ampio, dal 1960 ad oggi. In questi processi, in totale le presunte vittime sono 266 di cui 178 erano minorenni al momento dell’ipotetico reato di abuso sessuale.
Attualmente i membri della gerarchia incriminati per occultamento di questi abusi sono tre vescovi: Santiago Silva, vescovo castrense e Presidente dell’Episcopato, Juan Barros, emerito di Osorno, discepolo di Karadima, al centro della crisi degli ultimi mesi, e Carlos Pellegrin, vescovo di Chillán. Poi nell’elenco degli incriminati, in attesa di essere interrogato nella prima metà di ottobre c’è l’arcivescovo di Santiago Cardinale Ricardo Ezzati. Ora, secondo le notizie delle ultime ore, sembra che è in arrivo l’incriminazione dell’altro cardinale, emerito della capitale, ancora Membro del Consiglio dei 9 cardinali (C9), Francisco Javier Errázuriz.
È stata presentata presso un tribunale di Santiago una querela contro i due porporati, Ezzati ed Errázuriz, da parte dell’avvocato Juan Pablo Hermosilla, che accusa i due cardinali di aver coperto gli abusi sessuali di padre Jorge Laplagne, naturalmente anche lui indicato nella denuncia. La querela chiama in causa anche l’attuale Amministratore apostolico di Rancagua, ex vescovo ausiliare di Santiango, mons. Fernando Ramos, Segretario della Conferenza Episcopale.
Nel mese di luglio scorso l’arcivescovado di Santiago comunicò di aver aperto un’indagine a carico di questo sacerdote per abusi sessuali in seguito ad una denuncia ricevuta il mese precedente. Il sacerdote, si è detto allora, è stato separato 60 giorni dalle funzioni del suo ministero per motivi precauzionali. In questo momento, dunque, p. Laplagne dovrebbe essere rientrato pienamente nei compiti del suo ministero.
La stampa cilena, che in queste ore dà rilevanza alla notizia, ritiene che la situazione del cardinale Errázuriz sia molto delicata e dunque ipotizza come molto probabile una notifica ufficiale che lo incrimina per occultamento di abusi sessuali e perciò prima o dopo sarà sottoposto ad un interrogatorio come imputato.