Non è comune che 600 giovani si riuniscano in undici città brasiliane per discutere della rete fognaria e dell’uso razionale dell’acqua. La cosa, però, acquista una ragion d’essere alla luce della conferenza che inizierà il 18 marzo e terminerà il 23 a Brasilia, con oltre 10 mila partecipanti di 160 paesi. Per quanto riguarda il territorio brasiliano riunioni preparatorie si sono svolte in regioni con realtà molto diversificate tra di loro: a nord del Brasile è stata scelta la città di Belém, nello stato di Pará; nel centro-est la sede prescelta è stata la città di Cuiabá, nello stato di Mato Grosso; nel nord-est l’evento si è svolto a São Luís, nello stato del Maranhão; a sud la sede è stata Curitiba, nello stato del Paraná; e, per finire, il sud-est, che ha coinvolto il maggior numero di città partecipanti, con le città di Belo Horizonte, Montes Claros, Teófilo Otoni e Santa Rita do Sapucaí, nello stato di Minas Gerais, Campinas, Piracicaba e San Paolo, nello stato di San Paolo.
Tatiana Silva, rappresentante per la gioventù nel Conselho Mundial da Água, ha dichiarato che l’obiettivo principale degli incontri era stimolare la riflessione e il coinvolgimento diretto dei giovani attraverso il dibattito sulle politiche pubbliche relative all’uso dell’acqua, oltre alla partecipazione al forum in sè. “Si tratta di incontri organizzati in modo organico e spontaneo. Ciò che le persone volevano era condividere la conoscenza e le esperienze con il fine di far arrivare la voce dei giovani al Fórum Mundial da Água”. Per favorire la mobilitazione dei giovani delle diverse città è stato realizzato un documento di sintesi delle discussioni che si sono svolte e un filmato con delle testimonianze. “Abbiamo fatto un primo resoconto e dei video e stiamo organizzando una grande plenaria della gioventù di tutto il mondo da tenersi nel corso del forum mondiale”, sottolinea Tatiana Silva.
Nel Fórum Mundial da Água saranno presentate anche alcune delle esperienze semplici ed economiche già intraprese dai giovani. Una di queste è stata realizzata da sette studenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni guidati da un professore del Serviço Social da Indústria (SESI). L’anno scorso hanno elaborato il Sistema de Irrigação por Método Automático (Sima), avvalendosi di tecnologie robotiche con un valore di 300 reales, poco meno di un centinaio di dollari. “Con un’applicazione del cellulare controlliamo un interruttore collegato a una pompa dell’acqua e in base all’umidità del terreno decidiamo se attivare o no il sistema di irrigazione”, ha spiegato Isadora Marinho, 15 anni, alunna del liceo. “Abbiamo seguito il lavoro di un agricoltore e abbiamo visto che ogni settimana spreca 1,2 milioni di litri di acqua in due ettari di terra. Con il Sima il volume di acqua sprecata è sceso a 420 mila litri”, ha aggiunto Isadora. Un altro gruppo di studenti del Serviço Social da Indústria ha utilizzato la chimica con il fine di trovare una soluzione per diminuire lo spreco d’acqua nelle case. È stato messo a punto un prodotto bioecologico che modifica l’odore e il colore dell’urina nel bagno. In questo modo si riduce il bisogno di scarichi e si raggiunge l’apice nell’economia dell’acqua. “Il prodotto è composto da sale di ammonio quaternario, da acido citrico, da colorante organico blu e da un’essenza di lavanda. Quando entra in contatto con l’urina, elimina il cattivo odore e la colora di blu. In questo modo, si ha una sensazione di pulizia e si diminuisce l’abuso di scarichi”, sostiene Maria Eduarda Araújo, 14 anni. I benefici sono più che apprezzabili se si considerta che circa il 75% di acqua consumata nelle abitazioni corrisponde agli scarichi dei gabinetti (fonte Organizzazione Mondiale della Sanità).
La città che ha riunito il numero maggiore di giovani è stata Belém. La capitale del Pará riporta uno dei peggiori sistemi di smaltimento delle acque di scarico del Brasile, aggravati dalla mancanza di una pianificazione urbana e dai bacini fluviali circostanti che hanno causato problemi strutturali nella città: “Senza un’appropriata pianificazione, il processo di canalizzazione dei fiumi ha comportato allagamenti e inondazioni che, data la loro costante periodicità, paralizzano la città”, osserva Micaela Valentim, partecipante del gruppo Ame o Tucunduba.
Traduzione dal portoghese di Veronica Battista