García Márquez non c’è più, ma la sua opera letteraria si estende da un confine all’altro del suo continente e al di fuori di esso. A favorirne la divulgazione è l’Università del Texas, proprietaria dell’archivio personale del premio Nobel per la Letteratura morto nel mese di aprile 2014 in Messico, che ha appena annunciato che metterà a disposizione di storici, studiosi e persone interessate un totale di 27 500 documenti manoscritti, diari, lettere e fotografie, dello scrittore colombiano.
Questo materiale, costituito in buona parte di documenti non pubblicati, è circa la metà dell’opera in potere dell’università. Secondo un portavoce del centro accademico, non è prevista per il momento la digitalizzazione del resto, che avverrà comunque in un futuro non ancora determinato.
Per accedere al mondo magico di García Márquez, un motore di ricerca in inglese e spagnolo, permetterà di navigare gratuitamente tra i file che, tra le altre cose, comprendono i manoscritti di dieci opere dell’autore di “Cent’anni di solitudine” e 32 pagine destinate al secondo volume delle sue memorie, che non sono mai state pubblicate.
Nel novembre del 2014, dopo la morte dello scrittore, il centro di documentazione letteraria dell’università, che prende il nome di Harry Ransom Center, ha pagato 2,2 milioni di dollari alla famiglia di Gabriel García Márquez, considerato uno dei migliori scrittori latinoamericani del ventesimo secolo, per i suoi archivi personali, oltre a cinque computer e due macchine da scrivere.
In una dichiarazione rilasciata il 12 dicembre 2017, Rodrigo Garcia, figlio dello scrittore, ha confermato di appoggiare il lavoro dell’Università del Texas: “Mia madre, i miei fratelli e io vogliamo il più ampio accesso possibile del pubblico agli archivi di mio padre”. “Creati nel corso di più di mezzo secolo [gli archivi] rivelano l’energia e la disciplina di García Márquez e offrono una visione intima del suo lavoro, della sua famiglia, degli amici e della politica”, ha detto Julianne Ballou, responsabile del Ransom Center.