La Colombia chiude la guerra con Le Farc ma è ancora lontana dal vincere quella alla coltivazione della coca. Che anziché diminuire aumenta la presa sul territorio. Nel 2016 infatti, stando all’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Delitto (UNODC) appena diffuso, l’area coltivata è cresciuta del 52 per cento, tornando ai livelli del 2001. Questo significa che in ettari di terreno occupato dalla pianta si è passati da 96.000 a 146.000. Adesso il governo del premio Nobel Manuel Santos si propone di recuperare terreno, non appena in senso metaforico, offrendo incentivi ai contadini che optano per altre coltivazioni. Nel progetto del governo, appoggiato dalle Farc in via di dissoluzione, 50 mila ettari attualmente coltivati a coca dovranno essere sostituiti con piani di riconversione volontaria che prevedono salari alle famiglie che si dedicheranno alle nuove coltivazioni, mentre altri 50 mila ettari saranno soggetti a sradicamento forzato. Parte dell’offensiva contro la produzione di coca passa anche per il perdono giudiziario a piccoli produttori che hanno alimentato il mercato clandestino in cambio del loro impegno a coltivare prodotti di altro genere.
Il governo colombiano ha fatto sapere che 75 mila famiglie hanno accettato il programma di sostituzione volontaria firmando accordi in questo senso. Si dovranno adesso trovare le risorse economiche per finanziare l’ambizioso progetto. Per coprire il fabbisogno economico del piano di sostituzione volontaria l’esecutivo guidato da Santos avrà bisogno di 2,5 bilioni di pesos, una somma che può essere tradotta in centinaia di milioni di dollari.
Anche se l’esperienza della Colombia nella lotta contro il traffico di droga ha registrato momenti amari, la nuova formula – a detta degli specialisti – sta cominciando a dare frutti. E ‘noto che le vecchie formule non funzionano, ma il percorso intrapreso è quello giusto e fa parte degli accordi di pace negoziati a l’Avana. La posta in gioco non è solo disarticolare la produzione e il commercio di sostanze stupefacenti, ma la trasformazione del territorio e lo sviluppo di aree problematiche.
L’obiettivo, insomma, è diminuire la coltivazione di coca di 100 mila ettari nel 2017. Con le Farc disarmate, le leggi che favoriscono chi cambia produzione e il territorio libero per azioni repressive contro i produttori illegali lo Stato colombiano ha una opportunità unica per marcare una vittoria nella guerra alla droga.