La pagina web della filogovernativa “Martí Noticias” mostra un sorridente cardinal Ortega mentre taglia il nastro inaugurale dell’esposizione “Cuba emprende” (Cuba intraprende) nel cortile del chiostro del Centro Culturale Felix Varela di l’Avana. La fotografia è del 24 maggio, giorno d’inizio della rassegna giunta alla sua quinta edizione. “Cuba intraprende” è il nome di un progetto di formazione di piccoli imprenditori “per dare impulso ad attività private e guardare ad un futuro imprenditoriale con indipendenza dallo stato” si legge nel sito web della Conferenza episcopale cubana.
L’iniziativa è partita nel 2012 approfittando dei varchi aperti dalle riforme economiche intraprese dal governo di Raúl Castro con attenzione particolare agli imprendimenti privati e alle microimprese individuali o cooperative. La sede dei corsi di formazione è all’interno del “Centro Cultural Padre Félix Varela” a l’Avana e nell’arcidiocesi di Camagüey, a 534 chilometri dalla capitale. Lo scopo di “Cuba intraprende” – si legge nel sito dei promotori – è di offrire servizi di formazione e consulenza agli imprenditori cubani che desiderano iniziare o migliorare una piccola azienda ed offrire loro nozioni essenziali di sviluppo umano, marketing, finanza e contabilità, vendite e servizio al cliente, organizzazione e gestione di un progetto. Ai corsi di formazione al lavoro vanno aggiunti gli innumerevoli progetti delle 700 parrocchie dell’Isola che sostengono l’iniziativa di migliaia di cubani che sempre meno timidamente vogliono essere artefici del loro futuro lavorativo.
Secondo le cifre diffuse dai coordinatori della rassegna fieristica l’edizione di quest’anno ha riunito più di 300 operatori e ha permesso di lanciare 14 nuovi prodotti e servizi, che a Cuba non è poco. Una inchiesta realizzata nel 2016 dagli organizzatori di “Cuba intraprende” ha comprovato che più del 75 per cento di coloro che vi hanno partecipato negli anni precedenti ha consolidato la propria azienda e incrementato le vendite.