Una statua non si nega a nessuno, meno ancora a un eroe celebrato dalla letteratura e dal cinema fin dai tempi del muto. Quella eretta al rivoluzionario messicano Pancho Villa è gigantesca come la sua fama postuma. Misura 20 metri di altezza e dovrebbe essere inaugurata il 20 luglio, giorno in cui, 93 anni fa, venne assassinato Doroteo Arango, il vero nome Francisco Villa, conosciuto popolarmente come “Pancho”. Sempre che si arrivi a collocarla dove gli autori vorrebbero.
Per il momento la controversia tra le autorità del comune di Parral, nello stato messicano di Chihuahua e l’Istituto nazionale di antropologia (INAH) ha bloccato il progetto di collocare l’imponente monumento davanti alla casa di Villa. Anzi, dove sorgeva la casa, perché alcuni giorni fa è stata demolita. Ad ordinare l’abbattimento è stata proprio il municipio di Parral per ampliare Plaza Juarez nel centro storico della città e collocarvi al suo posto la statua del rivoluzionario a cavallo. E’ a questo punto che L’istituto di antropologia ha ordinato la sospensione dei lavori per non aver dato l’autorizzazione a piantarvi al suo posto la scultura. La ragione: “Le sue dimensioni e scala compromettono negativamente i valori della fisionomia storica della zona di monumenti di Parral”.
“Pancho” Villa è stato uno dei leader della Rivoluzione Messicana del 1910. Appoggiò Francisco Madero nella rivolta dei cosiddetti peones contro il regime dittatoriale di Porfirio Diaz. Depose le armi ritirandosi nella “hacienda” di Canutillo a lui assegnata dove si dedicò a una vita da proprietario terriero. Villa lasciava raramente la sua fattoria, normalmente in compagnia di una scorta composta da una decina di elementi armati. Nel luglio del 1923 commise la superficialità che gli sarebbe stata fatale. Il giorno 10 si reca in automobile nella vicina cittadina di Parral per fare il padrino di battesimo del figlio di un suo uomo, facendosi accompagnare da due soli uomini di scorta. A Parral Villa aveva un’amante, Manuela Casas, con la quale decise di intrattenersi per qualche tempo dopo il battesimo, risolvendosi a partire per Canutillo il 20 luglio. Non vi arriverà mai. Mentre, alla guida della sua autovettura, stava uscendo da Parral, al grido di “Viva Villa”, lanciato da una vedetta, un gruppo di assassini cominciò a sparare sull’auto dalle finestre delle abitazioni, uccidendolo con numerosi colpi. Con lui morirono altri tre passeggeri della vettura (compreso il suo segretario personale), mentre un quarto uomo di scorta riuscì a salvarsi.