Il mese di dicembre scorso potrà essere ricordato come quello di una delle partite più istruttive nello scacchiere politico degli ultimi tempi. Il cimento tra la presidentessa del Paese, Dilma Rousseff, e il presidente dalla camera dei deputati, Eduardo Cunha, ha avuto nel corso del mese tanti andirivieni, tanti tira e molla, che possiamo considerarlo, almeno per il momento, terminato in parità.
Tutto sembrava far pensare che la richiesta di impeachment della presidentessa cominciasse a essere “ben ricevuto” da deputati e senatori, così come da una gran parte della popolazione. Anche il vicepresidente del Paese, Michel Temer, ha scritto una lettera privata (curiosamente trasformatasi in pubblica) alla presidentessa nella quale affermava di sapere di non avere mai avuto la piena fiducia di Dilma e di essersi reso conto di doversi staccare dal governo. A quel punto (inizio dicembre) i sondaggi d’opinione davano un indice di gradimento del governo Rousseff più basso di quello dell’inflazione, che risulta essere del 10% mensile.
Allo stesso tempo, si è aperto un procedimento contro il presidente della camera per evasione di imposte, conti segreti all’estero e riciclaggio di denaro. Mentre la Svizzera informava che c’erano uno, due, tre o forse più conti in banche locali, ha preso il via, nel mondo politico brasiliano come nelle strade, un movimento che chiede le dimissioni di Cunha da presidente della camera.
Il passo seguente è stato il “ritmo” di ciascuno di questi iter. Alla fine, grazie ad alcune manovre legali e politiche di Cunha, il suo processo sarà analizzato al momento della ripresa dei lavori parlamentari dopo le vacanze di gennaio e febbraio. Tuttavia, il prezzo politico da pagare per queste mosse giuridiche sembra piuttosto alto per il presidente della camera: l’opinione pubblica lo vede come un maneggione che, sfruttando il proprio potere di accettare o meno il procedimento di impeachment contro Dilma Rousseff, lo usa come moneta di scambio. E non sembra che la popolazione si stia ingannando…
D’altro canto, il panorama di fine gennaio per il governo e la presidentessa non sembra ombroso quanto quello di un mese fa. Ancora si deve decidere se il procedimento contro Dilma avrà o meno luogo, ma nel caso debba proseguire, non sembra tanto difficile che il governo possa raggiungere il numero minimo di deputati perché il procedimento sia chiuso.
Nel frattempo, non si vede all’orizzonte una soluzione chiara per il pantano economico nel quale il Paese è precipitato e dal quale non pare esserci nessuno in grado di farlo uscire. Sembra chiaro che finché non si risolverà il problema politico, in un modo o nell’altro, non si comporrà quello economico. La questione è urgente e chiede la massima rapidità. Tuttavia, i numeri sono sempre più preoccupanti. L’inflazione ha già superato il 10%, il dollaro vale già più di quattro reais, le azioni della Petrobrás oggi valgono poco più di un dollaro, gli indici di disoccupazione sono sempre più alti e le prospettive scoraggianti.
L’ex ministro delle finanze, Joaquim Levy, ha rinunciato all’incarico a metà dicembre ed è stato sostituito da Nelson Barbosa, un uomo di partito (PT) che cercherà di occuparsi delle esigenze del Partido dos Trabalhadores e dei gravi problemi strutturali del Paese. Bisognerà vedere quali risultati riuscirà a ottenere. Per il momento Joaquim Levy è stato invitato a essere il Direttore Finanziario del Banco Mondiale mentre Nelson Barbosa è riunito con il suo team per cercare una via d’uscita.
Contemporaneamente i prezzi pubblici stanno salendo progressivamente in tutti gli stati del Paese: la luce, l’acqua, i trasporti pubblici. Ci sono poi due gravi problemi che sono apparsi all’orizzonte e che potrebbero avere effetti terribili: la crisi nella salute pubblica e le sofferenze crescenti per le indisposizioni provocate dalla zanzara Aedes Aegipty, in particolare qualcosa che prima non si conosceva e ora è già presente nei notiziari internazionali: nel caso di donne incinte, la puntura può provocare malformazioni o microcefalia nei feti. La rete pubblica degli ospedali e dei centri di ricerca non è preparata e non dispone del denaro necessaria per affrontare in maniera adeguata i casi che si stanno verificando.
La prossima partita nello scacchiere politico sarà giocata probabilmente dopo il carnevale. Nel frattempo, i giocatori, Rousseff e Cunha, stanno cercando forze e appoggi dove possono, così da poter fare le mosse necessarie per vincere la contesa. Ci sarà da aspettare.
* Professore di História da América nella Universidade Federal de São Paulo. Traduzione di Claudio Ferlan