Se il cronogramma dei negoziati tra Governo e Farc verrà rispettato ed entro la fine di marzo gli accordi verranno sottoscritti e annunciati, la pace tanto anelata dai colombiani precederà il viaggio di Papa Francesco nel paese andino. Il viaggio si farà nel 2017, «entro il primo semestre». Lo ha riferito ai giornalisti mons. Luis Augusto Castro Quiroga, presidente della Conferenza episcopale di Colombia, che questa mattina è stato ricevuto prima da papa Francesco e poi dal segretario di Stato, Pietro Parolin. Si lavora a un programma che porti il Pontefice «non tanto nei santuari, ma nei luoghi in cui potrà incontrare il maggior numero di colombiani» e i vescovi hanno sottoposto al Vaticano una traccia di programma del viaggio. Sarà un viaggio di «tre, quattro cinque giorni, non sappiamo ancora – ha spiegato mons. Castro Quiroga – ma sarà una buona visita del Papa, in differenti zone del Paese».
«Dopo l’udienza di oggi – ha detto il vescovo colombiano a un gruppo di giornalisti di testate internazionali – posso dire due cose non straordinarie, ma certe: la prima è che il Papa ha riaffermato la sua volontà di visitare la Colombia, e la seconda che si fa il possibile per realizzare il viaggio entro il primo trimestre, meglio entro il primo semestre del 2017, perché l’agenda di quest’anno è già piena. Per quel periodo – ha aggiunto – il processo di pace sarà ancora più maturato, e la visita del Papa potrebbe mettere un punto fermo a tutto questo».
Tra le tappe del viaggio di papa Francesco in Colombia, ha detto mons. Castro Quiroga, dovrebbe esserci con tutta probabilità la zona del Choco, una delle zone più povere della Colombia. Non è chiaro se il viaggio comprenderà anche altre zone del Sud America: «non so – ha risposto il vescovo a una domanda in tal senso – so che si parla del Brasile, poi ci sono gli argentini che piangono, poi c’è il Cile, però la Colombia è una priorità» nella agenda papale.
Nella udienza di questa mattina, ha riferito ancora il presule, i vescovi hanno avuto conferma di quanta «attenzione il Papa abbia per il processo di pace in Colombia», come ha già mostrato in diverse occasioni, compreso a Cuba, dove «l’ho visto insistere per incontrare noi colombiani, cosa che non era prevista dal programma». «Il Papa – ha rimarcato mons. Castro Quiroga – tutte le volte che si è pronunciato sul processo di pace è stato molto chiaro, è un argomento che lo coinvolge, ma certo non condiziona il suo viaggio in Colombia, il cui primo obiettivo è incontrare i colombiani, il numero maggiore possibile di colombiani».
Comunque «papa Francesco ha tutte le informazioni sul processo». Di questo la delegazione dei vescovi – con il presidente sono stati ricevuti in Vaticano l’arcivescovo di Bogotà Ruben Salazar Gomez, il vicepresidente della Conferenza episcopale, mons. Oscar Rubino Ortega, e il segretario generale, mons. José Daniel Falla Robles – ha parlato anche con il segretario di Stato Parolin. «Con il cardinale Parolin – ha riferito Castro Quiroga – abbiamo parlato prima del Venezuela, che lui conosce perché era nunzio lì, e poi del processo di pace».
«Ma con il Papa – ha aggiunto – abbiamo parlato più a fondo della questione della giustizia: il Papa è convinto che senza giustizia non ci sia speranza, e noi siamo contrari alla pena di morte perché toglie ogni speranza». In attesa di averlo in Colombia, i vescovi hanno donato a papa Francesco alcune carte geografiche del Paese.