Jorge Luis Borges, Miguel de Cervantes, Julio Cortázar e Gabriel García Márquez resistono imperterriti nelle vetrine delle librerie della capitale argentina sfidando il tempo e l’editoria elettronica che erode implacabilmente quella di carta. E resistono le librerie, grandi e piccole, antiche e moderne che a Buenos Aires sono il vanto della metropoli più europea del continente.
Stando alle risultanze di uno studio del Foro Mondiale delle Città Culturali, una rete di monitoraggio tra grandi città dei cinque continenti, è proprio Buenos Aires, con i suoi tre milioni di residenti ad avere il primato degli books shop: 25 librerie ogni 100 mila abitanti, più di Londra, Parigi, Madrid, Mosca e New York.
Il libro e il tango come patrimonio nazionale. La mappa letteraria della città vanta per l’esattezza 734 librerie, che incrociano le spade con le nuove tecnologie digitali in una ostinata battaglia per la supremazia. Con qualche soddisfazione, almeno temporanea. Nell’ultimo decennio si è avuto un aumento sostenuto nella produzione di libri made in Argentina. Fino alla cifra record del 2014: 28.010 titoli registrati e 129 milioni di esemplari editati, secondo la Camera argentina del libro.