Lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez deceduto giovedì in Messico, aveva, e lo dichiarava apertamente, una “grande stima e profonda ammirazione” per Papa Giovanni Paolo II che, tra l’altro, incontrò due volte. La prima fu nel 1979 in Vaticano. García Márquez fu una delle prime personalità latinoamericane ricevute in udienza da Papa Wojtyla dopo la sua elezione. Lo scrittore Premio Nobel ricorda di aver chiesto di parlare con il neo Pontefice per chiedere un aiuto per un programma a favore dei desaparecidos argentini, Paese allora da due anni sotto una ferrea dittatura. Raccontando l’incontro, García Márquez disse di aver trovato un Papa un “po’ spaesato e scomodo dietro ad una scrivania”, alle prese “con un mestiere straordinario che doveva imparare”.
Papa Wojtyla si mostrò preoccupato per le notizie sulla situazione umanitaria, disse García Márquez ma purtroppo il programma non si realizzò mai. Alcune cronache dell’epoca raccontano anche di un piccolo incidente: il papa e il suo illustre ospite sono rimasti per alcuni minuti “rinchiusi” nella Biblioteca perché si era inceppata la chiave.
Il secondo incontro, il 25 gennaio 1998, fu breve ma cordiale e affettuoso. Gabriel García Márquez era presente in Piazza della Rivoluzione accanto all’allora Presidente cubano Fidel Castro, il giorno della Messa conclusiva di Giovanni Paolo II in occasione della sua visita storica a Cuba (21 – 26 gennaio 1998). Al termine della Santa Messa, Papa Wojtyla si avvicinò al palco delle autorità per salutare il Presidente Castro e anche Gabriel García Márquez che era alla sinistra del leader cubano.
Papa Francesco, il 13 maggio 2013, ricevette come dono prezioso del Presidente della Colombia, Manuel Santos, una copia rilegata del romanzo “Cent’anni di solitudine” e secondo il governante la reazione di Papa Bergoglio fu immediata: ”E’ un libro che ho goduto molto…” e poi ha aggiunto: “Sono un attento lettore dei suoi libri.”