Juan Carlos Scannone, figura di primo piano nella cultura teologica argentina degli ultimi cinquant’anni, tornerà di casa a Roma, dove già ha insegnato nel passato in vari atenei, tra cui la Pontificia università Gregoriana. O per lo meno vi trascorrerà una buona parte dell’anno. Si stabilirà presso la Civiltà Cattolica e inizierà una collaborazione sistematica con la rivista diretta da un altro gesuita, padre Antonio Spadaro. «La chiamata di padre Scannone, che già ha pubblicato un articolo sulla “Filosofia della liberazione”, è stata una nostra richiesta – ha spiegato Spadaro a Vatican Insider – Vogliamo aiutare i nostri lettori a comprendere dal di dentro il pontificato di Papa Francesco grazie all’aiuto di chi lo conosce bene».
L’accordo, che diventerà presto un vero e proprio contratto, per ora prevede tre permanenze di due mesi nel corso di un anno.
La vita di Scannone in Argentina si è intrecciata spesso e per lunghi periodi a quella di Bergoglio. Nella sua ricerca teologica si è sempre sentito appoggiato da quest’ultimo quando questi era superiore dei gesuiti argentini. “Conosceva i miei scritti” commenta. “Non posso dire che fosse d’accordo, ma certamente li approvava, tant’è vero che all’epoca dei militari, quando scrivevo di Teologia della liberazione, lui li leggeva; e quando i vescovi gli chiedevano di me, mi difendeva dicendo che le mie posizioni erano ecclesiali”. Anzi – ricorda Scannone – era Bergoglio che lo spronava a pubblicare. “Quando mi chiedevano contributi le riviste internazionali… ricordo Christus del Messico sul rapporto teoria-praxis nella teologia della liberazione, Concilium… lui mi spingeva ad accettare, e mi raccomandava di non spedire l’articolo dall’ufficio postale di san Miguel ma dalle poste del centro di Buenos Aires per evitare la censura a cui pensava potessi venir sottoposto qui”.
Una volta ancora le strade dell’attuale Papa e di Scannone torneranno ad incrociarsi.