COSI’ VENNE DECISA LA MORTE DEI GESUITI. Dall’ordine di ucciderli all’esecuzione del massacro nell’Università centroamericana di San Salvador

Manifestanti ricordano il massacro dei gesuiti del 16 novembre 1989- Foto cortesia UCA
Manifestanti ricordano il massacro dei gesuiti del 16 novembre 1989- Foto cortesia UCA

Nel settembre del 2012 un colonnello dell’esercito di El Salvador, Inocente Orlando Montano, si dichiarò colpevole di sei imputazioni di frode migratoria e falsa testimonianza in un tribunale federale degli Stati Uniti a Boston, Massachusetts. La questione legale era che Montano aveva falsificato i suoi formulari di immigrazione all’entrare negli Stati Uniti, ben sapendo che, se avesse menzionato la sua condizione di ex-militare in El Salvador, l’ingresso agli Stati Uniti gli sarebbe stato rifiutato. Per questo motivo, il processo contro di lui si è mosso, in gran misura, intorno alla sua carriera militare in El Salvador e il suo ruolo negli abusi contro i diritti umani, in particolare l’ordine di uccidere i gesuiti. Il pubblico ministero raccolse numerose dichiarazioni sulla carriera di Montano, tra cui l’estesa relazione della “testimone esperta”, la professoressa Karl. Quello che segue è un estratto della parte centrale della relazione intitolata “Il Colonnello Montano e l’ordine di uccidere.

Testimonianza della Dottoressa Terry Karl *

Il Colonnello Montano formava parte del piccolo nucleo dell’elite di ufficiali, uno dei quali dette l’ordine di “uccidere Ellacuría e non lasciare testimoni”, il 15 novembre 1989. Ma, già prima che l’alto mandatario desse quest’ordine ufficiale, si stavano esercitando pressioni per realizzare questo e altri assassinii. Il numero di persone al di fuori delle istallazioni dello Stato Maggiore che in qualche modo sapevano in anticipo che i gesuiti sarebbero stati assassinati, ancor prima che si desse l’ordine di farlo, indica che la pianificazione della loro morte era già stata avviata. Secondo relazioni dell’Ambasciata degli Stati Uniti, la CIA e ufficiali salvadoregni, si tenne un altro incontro nella Scuola Militare alle ore 2:00 p.m., in cui si presero decisioni importanti. Successivamente, si svolsero riunioni più ridotte tra gli ufficiali di grado superiore e all’interno del circolo della “Tandona”, tra cui il viceministro Montano. Queste riunioni proseguirono per tutto il pomeriggio e la sera per mettere a punto piani di attentati, attacchi a leaders politici, e una azione contro i gesuiti dell’Università Cattolica. I piani prevedevano anche la predisposizione di un cerchio di forze di sicurezza tutt’intorno all’Università Cattolica.

Durante le ultime ore del 15 novembre, in una riunione generale, il capo dello Stato Maggiore, Ponce (il leader riconosciuto della “Tandona” che era noto per consultare il suo circolo più intimo) autorizzò l’eliminazione di responsabili, sindacalisti e dirigenti conosciuti del FMLN. Più tardi, come riferiscono i giuristi della Commisione della Verità in una relazione basata sulle loro interviste confidenziali con i testimoni: “Dopo la riunione, gli ufficiali restarono nella stanza parlando in gruppi. Uno di questi gruppi era formato dal Colonnello René Emilio Ponce, il Generale Juan Rafael Bustillo, il Colonnello Francisco Elena Fuentes, il Colonnello Juan Orlando Zepeda e il Colonnello Inocente Orlando Montano. Il Colonnello Ponce chiamò il Colonnello Guillermo Alfredo Benavides e, davanti agli altri quattro ufficiali, gli ordinò di eliminare il Padre Ellacuría senza lasciare testimoni”. Secondo confessioni posteriori rese da soldati accusati degli assassinii, il colonnello Benavides uscì da questa riunione nello Stato Maggiore e informò gli ufficiali dell’Accademia Militare che gli era stato dato il seguente ordine: “Lui [Ellacuría] deve essere eliminato e non voglio testimoni”.

Tutta l’operazione durò all’incirca un’ora. L’unità dei commandos del battaglione Atlacatl fece il viaggio di cinque minuti dalla base militare all’Università Cattolica, senza fare nessuno sforzo per nascondere la loro manovra in una zona pattugliata da decine di altre truppe militari e con tutt’intorno un cerchio di forze di sicurezza. Il Padre Martín-Baró aprì la porta della residenza, lasciando volontariamente che entrassero i soldati. Dopo aver ordinato a cinque sacerdoti che si stendessero supini su un piccolo dosso erboso, due soldati spararono loro, uno dopo l’altro. A pochi metri di distanza, un altro soldato uccise Elba Ramos, che abbracciava sua figlia Celina. Il tenente José Ricardo Espinoza Guerra, l’unico soldato che si era ricoperto il volto con un unguento per mimetizzarsi, confessò più tardi che uscì dal campus universitario in lacrime: il Padre Segundo Montes, che ora giaceva a terra morto, era stato il rettore quando lui era studente nel Collegio San José. Un altro degli autori materiali ricordò che i religiosi non sembravano pericolosi, dato che erano “piuttosto vecchi, senza armi” e “in pigiama”. Riferì che però il suo colonnello gli aveva detto che i sacerdote erano “delinquenti terroristi”, e che “quello che importava erano i loro cervelli”. Tutti i corpi furono incontrati con colpi di armi da fuoco alla testa. Un sesto sacerdote morì mentre chiedeva che gli salvassero la vita mentre i soldati realizzavano uno scontro fittizio per cercare di incolpare il FMLN.

Selezione di Héctor Lindo, elfaro.net / Pubblicato il 5 novembre 2013.

*Estratto dell’Allegato 1, la perizia della Professoressa Terry Lynn Karl, dell’Università di Stanford, sul caso di Inocente Orlando Montano, 31 dicembre 2012, Caso 1:12 -cr – 10044 – DPW, Documento 53-1, Archiviato 01/08/13.

Traduzione di Francesca Casaliggi

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