La statua di Cristoforo Colombo, con tanto di mappa e cannocchiale orgogliosamente impugnati a bordo delle Caravelle sulle quali scoprì il Nuovo Mondo, giace bocca a terra sul retro della celebre Casa Rosada, in piena opera di restauro. Ma il suo destino è segnato. Non tornerà a svettare dov’è stata dal 24 maggio del 1910; se scamperà alle orde di villeggianti di Mar del Plata, la città turistica argentina per eccellenza, la Rimini sudamericana dove avrebbe dovuto finire nelle intenzioni della presidente Cristina Kirchner, verrà messa in un qualche punto di Buenos Aires più discreto di quello occupato per oltre un secolo.
Il posto del navigatore genovese lo prenderà Juana Arzuduy, eroina dell’indipendenza sudamericana donata all’Argentina dal governo boliviano, più in linea col nuovo corso. Il giorno della razza, della scoperta, dell’ispanità, il 12 ottobre infatti è stato ribattezzato Día del Respeto a la Diversidad Cultural, giorno del rispetto della diversità culturale. Un requisito che per gli attuali governanti argentini l’ammiraglio italiano non compiva debitamente.