Non lo si vedeva in pubblico da molto tempo e il fatto che non avesse neppure partecipato ai funerali del grande amico lo scrittore colombiano Alvaro Mutis, morto il 22 settembre scorso all’età di 90 anni, faceva presagire il peggio. Ma Gabriel Garcia Márquez, 86 anni, scrittore tra i più rappresentativi della letteratura latinoamericana del 900, è riapparso ieri al braccio della moglie Mercedes Barcha e dell’architetto e amico Daniel Feldman all’inaugurazione di una sala giochi in un centro commerciale di lusso, il Garden Santa Fe di Città del Messico, la capitale dove Márquez ha la residenza da molti anni.
Di lui si sapeva solo che aveva smesso di scrivere e che – a detta del fratello Jaime – soffrirebbe di “demenza senile”. Il problema si sarebbe accelerato per un tumore linfatico superato nel 1999 con un trattamento chemioterapico che – sempre secondo il fratello – “gli ha salvato la vita ma ha anche fatto fuori molti neuroni, molte difese e molte cellule”.
Ieri l’autore di Cent’anni di solitudine e premio Nobel di Letteratura nel 1992 è apparso di buon umore e in vena di battute. Ha mangiato con sobrietà, ha salutato la piccola folla che lo ha riconosciuto e estratto penna, libri, tovaglioli di carta e quant’altro per avere la sua firma su qualcosa da conservare e che gli possa sopravvivere.