C’era da aspettarselo. Dopo l’antipasto per i piccoli schermi latinoamericani dei documentari di Discovery Il papa delle Americhe e di The History Channel Il papa della fine del mondo è arrivata anche la pietanza, il film su Bergoglio a sei mesi dalla sua elezione a Papa. O meglio, sta per arrivare perché per il momento sono stati riuniti gli ingredienti necessari perché si possa sentire il ciak di partenza. I soldi innanzitutto: sarà una coproduzione dell’argentina Pampa Film (Un racconto cinese, La señal, La despedida) e della spagnola Pentagrama (già implicata in produzioni con Oliver Stone e Kusturica) con un budget più elevato della media della cinematografia latinoamericana, anche perché, chiariscono i produttori, sarà un film d’epoca che ripercorre momenti diversi della vita del futuro Papa in luoghi diversi di Argentina, Germania, Italia e Spagna. Quanto alla regia, è stata affidata ad Alejandro Agresti, rigorosamente tifoso del San Lorenzo, ultima fatica cinematografica No somos animales con John Cusack e la partecipazione di Al Pacino. Gli attori del film infine, e in primis colui che “incarnerà” Bergoglio, Rodrigo de la Serna, il bel san Martín di Revolucion, il Rodrigo amico di Ernesto nei Diari della motocicletta sul viaggio latinoamericano di “Che” Guevara pre-rivoluzione.
“Sappiamo che può interpretare questo personaggio (Bergoglio)” ha anticipato il produttore del film, Pablo Bossi, anch’egli tifoso del San Lorenzo, che ha poi chiarito così la ragione: “Ha una certa somiglianza fisica ed ha l’età giusta per poterlo invecchiare o ringiovanire secondo le necessità del racconto”.
Anche il titolo del Film è già confezionato: Historia de un cura, storia di un prete, titolo di basso profilo come il prete in questione del resto, e con evidenti assonanze col Diario di un curato di campagna di Bernanos.
Per ora la sceneggiatura è a livello di prima bozza, ma la produzione ha tutta l’intenzione di procedere a ritmo sostenuto per iniziare il rodaggio a gennaio del 2014 con l’intenzione di portare la fiction prima della fine dell’anno nelle sale dei due continenti, Stati Uniti ed Europa, che – si sa – decretano la gloria e la ricchezza di ogni intrapresa che abbia a che vedere con il grande schermo.
Le intenzioni da ultimo, spiegate così dal produttore argentino. Fare “un film umano, commovente e che rispetti l’austerità di questo papa”.