“Con la Lumen Fidei alle periferie dell’esistenza” è il titolo che gli organizzatori del Meeting 2013 hanno affidato a tre relatori, due sudamericani e un italiano. Il più sconosciuto alla platea riminese è anche il più “vicino” a papa Bergoglio. José Maria di Paola, padre Pepe, com’è chiamato in Argentina, è sacerdote da trent’anni, buona parte dei quali li ha passati dove voleva ed ha consapevolmente deciso di andare ad un certo punto della sua vita: una villa miseria di Buenos Aires, l’equivalente, per intenderci, di una favela urbana, la 21-24 di Barracas, a pochi minuti dal centro della capitale. Lì c’è stato 10 anni, fin quando, nell’aprile del 2009 è stato minacciato di morte. La notizia delle minacce decise di renderla pubblica Bergoglio in persona, che puntò il dito contro i narcotrafficanti, “poderosos mercaderes de las tinieblas”, potenti mercanti delle tenebre li chiamò in quell’occasione. “Ho sentito che questo era un problema di tutta la Chiesa locale. E tutti i fedeli dovevano saperlo”, spiegherà al giornalista Gianni Valente, di 30Giorni. “Ne ho accennato durante un’omelia nella messa celebrata per gli operatori delle scuole e delle attività educative, dove avevo parlato anche dei pericoli dei giovani d’oggi, come la droga. Alla fine, ho solo aggiunto che un prete era stato minacciato, senza dire neanche il nome”. Poi il nome di Di Paola venne fatto dalla curia di Buenos Aires su indicazione del cardinale. Si considerò prudente che il sacerdote cambiasse aria e per due anni padre Pepe si è trasferito in una provincia lontana da Buenos Aires, Santiago del Estero, nel piccolo paese rurale di Campo Gallo. E’ tornato a Buenos Aires da qualche mese e si è stabilito nel municipio di san Martín, ad una trentina di chilometri in linea d’aria dal centro di Buenos Aires, in un territorio marginale chiamato La Cárcova.
Su padre Pepe Terre d’America ha pubblicato l’intervista “Bergoglio visto da vicino” (http://www.terredamerica.com/2013/07/05/bergoglio-visto-da-vicino-intervista-a-giuseppe-maria-di-paola-il-prete-villero-tornato-da-pochi-mesi-nella-provincia-di-buenos-aires/) e “Il prete delle baraccopoli”, all’autrice della biografia appena uscita “Pepe, el cura de la villa” della giornalista della Nación, Silvina Premat (http://www.terredamerica.com/2013/08/09/il-prete-delle-baraccopoli-nelle-librerie-argentine-e-in-e-book-una-biografia-di-jose-pepe-di-paola-intervista-allautrice/).
Il secondo relatore che prenderà la parola mercoledì mattina alle 11,15 nella sala D5 dei padiglioni della fiera di Rimini è più conosciuto ai frequentatori del Meeting: Guzmán Carriquiry, uruguayano di nazionalità, già sottosegretario del Pontificio consiglio per i laici e attuale segretario generale della Pontificia commissione per l’America Latina. Sono tanti i fili che legano l’appuntamento riminese a lui, sin dagli inizi del Meeting, nel 1980. Alcuni anni prima Guzmán Carriquiry iniziava anche il suo lungo servizio in Vaticano, un compito che ha svolto sotto l’egida di cinque pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco I, tutti conosciuti personalmente, l’ultimo in modo particolare. Poco prima di essere eletto, il 22 febbraio per l’esattezza, Bergoglio era stato nominato da Benedetto XVI già dimissionario, membro della Pontificia commissione per l’America Latina, l’organismo vaticano che ha come compito statutario quello di collegare la Santa Sede all’America Latina e viceversa che Carriquiry presiede dal maggio 2011.
Terre d’America ha pubblicato due interviste a Guzmán Carriquiry: “Al servizio di cinque Papi” (http://www.terredamerica.com/2013/04/12/al-servizio-di-cinque-papi-luruguayano-guzman-carriquiry-parla-di-papa-francesco-con-lui-lamerica-latina-ha-restituito-il-tesoro-che-ha-ricevuto-5-secoli-fa/) e “Summit della Chiesa dell’America Latina a Panama” (http://www.terredamerica.com/2013/05/17/summit-della-chiesa-dellamerica-latina-a-panama-il-primo-dopo-lelezione-di-bergoglio-a-papa/).
Sempre su Terre d’America sono usciti anche i due prologhi che l’allora arcivescovo di Buenos Aires aveva scritto ad altrettanti libri del dott. Carriquiry. Il primo con il titolo L’America Latina del cardinal Bergoglio. Tra imperialismo della globalizzazione e progressismo adolescenziale (http://www.terredamerica.com/2013/04/28/lamerica-latina-del-cardinal-bergoglio-tra-imperialismo-della-globalizzazione-e-progressismo-adolescenziale/) del 4 aprile 2005 a prologo di “Una scommessa per l’America Latina”, Editorial Sudamericana, il secondo intitolato Papa Francisco e l’Indipendenza dell’America Latina. Patria, paese e nazione nella visione dell’allora cardinale Bergoglio a prologo del volume “El bicentenario de la independencia de los países latinoamericanos. Ayer y hoy” edito da Encuentro di Madrid (http://www.terredamerica.com/2013/04/06/papa-francisco-e-lindipendenza-dellamerica-latina-patria-paese-e-nazione-nella-visione-dellallora-cardinale-bergoglio/).
Il terzo relatore dell’incontro “Con la Lumen Fidei alle periferie dell’esistenza” è il più conosciuto dal pubblico del Meeting, don Stefano Alberto, sacerdote della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo, teologo, docente di Introduzione alla teologia nell’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, è anche membro del Consiglio nazionale di Comunione e Liberazione, ed ha curato diverse pubblicazioni, Vangelo e storicità. Un dibattito (1995), La Chiesa Corpo mistico di Cristo nel primo capitolo della Lumen Gentium (1996) e Generare tracce nella storia del mondo. Nuove tracce d’esperienza cristiana (1998), con Luigi Giussani e Javier Prades.