In America Latina e relativa area dei Caraibi gli indigeni sono 46 milioni, mentre i discendenti di etnie africane hanno raggiunto la bella cifra di 120 milioni. I secondi hanno triplicato i primi ed insieme totalizzano 166 milioni di persone. La fonte è autorevole, la Commissione economica per l’America Latina, CEPAL in sigla; i numeri sono stati diffusi a Montevideo da Alicia Barcena, che della CEPAL è responsabile e presiede la Conferenza regionale sulla popolazione e lo sviluppo in corso di svolgimento nella capitale dell’Uruguay. All’esame anche le legislazioni nazionali dei singoli paesi del continente e dei Caraibi, che devono dare tutela e riconoscimento alle popolazioni originarie, stimate in 670 ceppi etnici tipicamente latinoamericani. La classifica è aperta da Bolivia e Ecuador, due paesi, secondo la CEPAL, che hanno compiuto passi in avanti significativi nel riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, seguiti dal Messico, dove si registrano progressi soprattutto negli ultimi anni. Critiche invece sono state mosse al Cile. Lacunosa l’integrazione delle popolazioni Mapuches, la principale etnia indigena del paese, che si concentra nelle regioni di Araucanía e Biobío, a 600 chilometri circa a sud di Santiago. Molte realtà Mapuches sono in conflitto con aziende agricole e forestali per la proprietà della terra che considerano ancestrale.