MORTE NATURALE O ASSASSINIO? Il mistero della morte di Neruda vicino alla soluzione

Pablo Neruda nei giorni del ricovero
Pablo Neruda nei giorni del ricovero

Il responso finale sul mistero della morte di Pablo Neruda arriverà presto dalla Carolina del Nord, l’università degli Stati Uniti dove i resti del poeta cileno riesumati l’8 aprile sono stati inviati e vengono sottoposti ad analisi per determinare la causa del decesso. Le anticipazioni di provenienza cilena parlano di una metastasi per il cancro di prostata che lo aveva afflitto come motivo determinante della morte, che si è prodotta il 23 settembre nella clinica Santa María di Santiago, dodici giorni dopo il golpe di Pinochet contro Allende e l’inizio della dittatura militare in Cile. Un indizio che depone a favore della morte naturale, dunque, ma che non esclude, come fanno notare gli stessi forensi cileni, che il decesso  possa essere stato accellerato da altri fattori. Una iniezione tossica, per esempio, come sostiene l’avvocato querelante nella causa, Eduardo Contreras.

Il procedimento di esumazione era stato avviato dopo la denuncia del maggio 2011 presentata dal Partito comunista cileno e i sospetti dell’autista di Neruda, Manuel Araya sulla veridicità della versione della morte di cancro alla prostata fino ad oggi accreditata. Per i dirigenti comunisti nessuno degli amici che avevano visitato Neruda nella clinica dov’era ricoverato aveva constato un deterioramento delle sue condizioni di salute tale da giustificarne l’improvvisa scomparsa. L’autista di Pablo Neruda, dal canto suo, ha sostenuto che prima di morire lo scrittore cileno lo abbia chiamato dall’ospedale dove era ricoverato accusando dei terribili dolori da quando gli avevano fatto un’iniezione allo stomaco.

L’università statunitense sta ultimando complessi esami tossicologici, su tessuti, liquidi e frammenti ossei prelevati dalle spoglie di Neruda. Di lì si ritiene debba giungere la verità.

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