HONDURAS, IL GIORNO DOPO. Un missionario claretiano dietro la tregua delle bande

Il vescovo Rómulo Emiliani
Il vescovo Rómulo Emiliani

La storica tregua delle pandillas dell’Honduras, le maras come sono conosciute, ha un protagonista: il vescovo ausiliare di San Pedro Sula, la seconda città del paese, Rómulo Emiliani. Nato a Panama, Emiliani, di 65 anni, appartiene alla Congregazione di San Antonio María Claret y Clarà. L’impegno del vescovo che ha portato allo storico risultato, non è di oggi. Nel 2004 fondò l’organizzazione “Unidos Por la Vida”, con l’obiettivo di riscattare i giovani reclutati dalle bande, nel 2007 l’Associazione “Volver a Vivir”, con il proposito di rigenerare alcolizzati e drogati. Di sua creazione anche il programma “Nutre Hogar”, integrato da un gruppo di volontari che si dedicano a bambini denutriti.

Dall’inconfondibile camicia bianca, Emiliani ha curato ogni dettaglio del dialogo che ha portato all’annuncio del cessate il fuoco tra le bande dell’Honduras. “Anche loro sono stanchi di tanta morte” ha dichiarato ai giornalisti che raccoglievano il mea culpa dei capi banda. “Sono morti centinaia e centinaia dei loro integranti e li preoccupa la sicurezza delle loro famiglie, perché anche i loro familiari sono vittime della violenza e adesso hanno capito che è il momento di lasciare le armi e fare la pace”

Non è la prima volta che il vescovo intercede per le pandillas. Lo ha fatto nel passato, nel bel mezzo di scontri sanguinosi e rivolte nelle carceri dell’Honduras. In una occasione la sua presenza è stata richiesta dalle bande in lotta come garanzia per consegnarsi alle autorità.

Ai giornalisti che ascoltavano le parole di pentimento dei capi della maras Salvatruchas e 18 ha chiesto di non interferire negativamente nel dialogo in corso. “Bisogna essere prudenti con le domande; non provocare situazioni innecessariamente incomode. Contribuiamo tutti perché le cose riescano bene. In questo momento storico per l’Honduras dobbiamo apprezzare quello che loro ( i membri delle bande) stanno facendo. Vogliono cambiare, vogliono che si fermi la violenza, vogliono una opportunità. Per Dio non c’è niente di impossibile e ho fiducia che adesso inizia un tempo nuovo per questo paese. E’ il momento di abbracciare la pace”.

Di fronte allo scetticismo di taluni giornalisti che ascoltavano l’offerta di un cessate il fuoco Emiliani si è detto invece fiducioso. “Quelli che hanno preso questa decisione sono integranti di entrambi i gruppi. Abbiamo fiducia che terranno fede alla decisione che hanno preso. Abbiamo parlato molto di questo e non c’è dubbio che dobbiamo avere fiducia”. Ha poi chiesto tempo. “Non si può risolvere tutto in un giorno. Le cose non succedono così rapidamente, non sono semplici. Dobbiamo avere pazienza. Non tutto si può ottenere da un giorno all’altro, però l’inizio è la cosa più importante. Adesso la tregua è con la società e con il governo e confidiamo che nel futuro possa esserci una tregua anche delle bande tra di loro”

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