ORO NERO ALL’ASTA. Iniziano le concessioni per la più grande scoperta di petrolio nella storia del Brasile

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Il Governo brasiliano di Dilma Rousseff ha annunciato per ottobre la più grande licitazione di petrolio che sia mai stata realizzata nel paese sudamericano. Le gare assegneranno ai migliori concessionari 289 aree petrolifere che si estendono prevalentemente nel nord – nord est del Paese per una superficie esplorativa di 156 mila kmq. Il Brasile dovrebbe così triplicare la sua capacità produttiva petrolifera alla fine della prossima decade, passando dagli attuali 2,4 milioni di barili al giorno a circa 6,1 milioni di barili.

Quella messa all’asta non è che una porzione di un’area vastissima con petrolio di giacimenti detti in gergo prè-sal, cioè dovuti a formazioni geologiche che risalgono al periodo Cretaceo sotto le piattaforme continentali di Africa e Sud America. I giacimenti brasiliani distano trecento chilometri dalla costa di Rio de Janeiro e sono nascosti a una profondità di settemila metri, cinquemila sotto il fondale oceanico. Un vero mare nero che spinge il Brasile nella top ten dei produttori. Stime già realizzate sul petrolio che può essere portato alla luce, seppur approssimative, arrivano alla iperbolica cifra di cinquanta miliardi di barili, poco meno di tutto il petrolio del Mare del Nord, per dare una idea, ma gli ottimisti se ne aspettano addirittura tre volte tanto.

Il sostenuto sviluppo del Brasile da almeno due decenni a questa parte ha nel soddisfacimento del suo fabbisogno energetico una delle ragioni forti.

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