Sorprenderà molti, non c’è dubbio, ma se si accettano i criteri dell’organizzazione britannica Save the Children anche le conclusioni sembreranno ragionevoli. E i criteri sono elencati con puntiglio dagli estensori dell’ultimo rapporto mondiale sulla maternità; riguardano una serie di fattori come le condizioni generali di salute, il livello d’educazione, quello economico e politico delle madri. Nel rapporto viene preso in considerazione anche il benessere dei bambini, che include il tasso di mortalità prima dei cinque anni e la percentuale dei denutriti. Applicati a 165 paesi questi criteri danno il risultato che abbiamo riferito. Cuba, Argentina e Uruguay sono i principali paesi in America Latina ad offrire le migliori condizioni sanitarie e sociali per portare avanti una gravidanza. Il tutto scritto nero su bianco in un ponderoso volume che l’organizzazione governativa ha diffuso in questi giorni, sollevando non poche sorprese (e proteste). Se Cuba è al al primo posto in fondo alla scala latinoamericana c’è il Nicaragua (49°), Honduras (60°) e Guatemala al sessantottesimo posto di una lista di 165 paesi investigati.
Nessuna sorpresa invece per i primi della classe. Il miglior paese al mondo dove diventare madre si conferma la Norvegia, seguito dall’Islanda e dalla Svezia, con Australia e Canada a ruota, mentre nella maggior parte dell’Africa sub-sahariana le condizioni per diventare madre e figli sono completamente sfavorevoli. Si calcola che in questi luoghi le donne abbiano una speranza di vita che si aggira intorno ai 56 anni, una donna ogni 16 muore per complicazioni legate alla gravidanza.