LA TRATTA DEGLI SCHIAVI C’E’ ANCORA. ECCOME! Forum in Messico. Bergoglio il più citato

Tratta muro

Non hanno le catene ai piedi ma dei lacci invisibili e più resistenti, quelli delle minacce, dell’estorsione, della paura. Non è la frusta a tenerle sottomesse ma il bisogno, l’ignoranza, le promesse – non mantenute – di un futuro migliore. E perché lo sfruttamento possa perpetuarsi nel tempo le strappano ancora giovani dal contesto dei loro rapporti naturali, la comunità dove vivono e sono cresciute e gli danno una nuova identità familiare e giuridica. Il circuito della tratta implica una mobilità incessante, l’instabilità dei legami, violenza fisica e psicologica. I documenti d’identità restano nelle mani dei trafficanti, che hanno potere di vita e di morte sulla loro merce. E quando la morte arriva, violenta o per malattia, le vittime finiscono in una fossa comune, perché nessuno sa chi sono veramente. E’ la descrizione della moderna schiavitù, un fenomeno in crescita che attraversa le frontiere dell’America Latina, la rete della prostituzione a buon mercato, la tratta di lavoratrici domestiche senza contratto di lavoro e tutele, legate vita natural durante al loro compratore.

No alla trattaSe ne parla a Città del Messico, quattro giorni di lavoro fitto che termineranno venerdì 12 aprile. Si sono riunite lì delegazioni provenienti da Cuba, Argentina, Brasile, Venezuela, Colombia, Honduras, Costa Rica, Guatemala, Nicaragua, Stati Uniti, Spagna, Italia e Messico, tutte convocate dall’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche, una organizzazione che si batte da oltre un secolo contro la tratta delle donne e le moderne schiavitù. L’ultimo schiavo era appena stato liberato – in Brasile l’abolizione data al 1888 – quando un gruppo di donne europee e latinoamericane, nel 1910, davano vita all’Unione internazionale delle leghe femminili cattoliche “finalizzata – come recita lo statuto – alla difesa della fede, alla tutela della libertà religiosa e alla organizzazione di un’azione sociale ispirata ai principi del magistero della Chiesa”.

Da allora le forme della tratta sono cambiate ma la schiavitù, a sentire le delegate dell’OMOFC, resta. “E’ il secondo business più grande nel mondo” sostiene in apertura del forum Monica Santamarina, vicepresidente per l’America Latina e i Caraibi “dopo il narcotraffico e prima del traffico di armi. Oggigiorno genera più utili comprare e vendere persone che commerciare in armi”. La delegazione argentina è la più ricercata nei saloni del Forum, e Bergoglio, oggi Papa, il più citato. Tutti, qui ricordano quanto disse nel settembre del 2001 in una piazza di Buenos Aires: “In questa città la schiavitù non è stata abolita. In questa città è all’ordine del giorno sotto diverse forme. In questa città si sfruttano i lavoratori nelle fabbriche clandestine. In questa città si rapiscono le donne e le bambine, si sottomettono all’uso e all’abuso del loro corpo, le si distrugge nella loro dignità. In questa città ci sono uomini che fanno soldi e si rimpinzano con la carne del fratello”.

La lente dei partecipanti al Forum di Città del Messico verrà puntata sulle reti dei trafficanti, su come operano, sulle vittime e sui clienti, sulle responsabilità delle autorità pubbliche, le complicità e le omissioni, sullo sfruttamento della pornografia infantile, sul turismo sessuale, lo sfruttamento del lavoro, il traffico di organi. Volti, tutti, della moderna schiavitù.

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