La fine dei negoziati arrivata ufficialmente mercoledì ha lanciato la volata alla definitiva fine della guerra interna. Ma su cosa si sono accordati il governo colombiano e le FARC? Quella che segue è una breve guida in 6 punti.
1. Riforma rurale integrale. La questione rurale è una delle ragioni chiave della formazione e sviluppo della guerriglia: nel 1964 le FARC annunciarono la loro fondazione lanciando il “Programma agrario dei guerriglieri”. Per questo, il tema della terra ha un ruolo centrale negli accordi appena sottoscritti. La meta è semplice: raggiungere una distribuzione più equa della terra, ridurre la distanza tra lo sviluppo delle zone urbane e quelle rurali, promuovere l’uso adeguato della terra, risolvere le controversie nei casi di titoli di possesso non formalizzati e garantire ai contadini l’accesso alla proprietà. Per realizzare questi obiettivi si è accordata la creazione di un “Fondo delle terre” costituito da terreni espropriati, zone incolte e parti di riserve forestali con vocazione agricola. Si è stabilita inoltre la consegna di sussidi e crediti speciali ai contadini per l’acquisto delle terre.
2. Partecipazione politica. Uno degli obbiettivi dichiarati dell’accordo di pace è rompere per sempre il vincolo tra politica e armi. Questo punto è essenziale perché le FARC possano iniziare a fare politica senza armi. In primo luogo, verrà elaborato uno statuto con garanzie per i partiti e i movimenti politici che si dichiarino all’opposizione. Questo strumento è stato pensato per evitare la stigmatizzazione e la persecuzione degli ex guerriglieri diventati politici: non bisogna dimenticare infatti che i guerriglieri continuano ancora ad avere un’immagine molto negativa –tanto da sfociare a volte in aperto ripudio- in una fetta importante della società colombiana.
Saranno anche stabilite una serie di garanzie per i movimenti sociali e verrà creato un Sistema Integrale di Sicurezza, dipendente dalla presidenza e con il compito di indagare, giudicare e castigare tutti quelli che attentino contro l’esercizio della politica senza armi. Inoltre si è concordata la necessità che le regioni più colpite dal conflitto possano esercitare e partecipare alla democrazia liberamente. Per questo, si creeranno circoscrizioni speciali di pace, che garantiranno 16 seggi nella Camera ai leader regionali.
In quanto alla partecipazione delle FARC ai comizi, si è deciso che si potranno presentare alle elezioni per il Congresso nel 2018, con 5 seggi garantiti nella Camera e altrettanti al Senato. Fino ad allora, avranno tre portavoce in ogni camera, ma senza diritto di voto, tranne che per i temi relazionati con gli accordi.
Sono, nel complesso, misure che vanno nella direzione di rafforzare il gioco democratico colombiano, ampliando l’accesso alle istituzioni e il pluralismo. Diversi analisti concordano sul fatto che, per il buon esito della pace, sarà chiave che la Colombia riesca a rafforzare la sua democrazia.
3. Fine del conflitto. In questo punto si è accordata la road map per facilitare la transizione di più di 6000 membri di questa guerriglia alla vita civile. La FARC si sono impegnate a consegnare le armi all’ONU. Il disarmo avverrà entro 180 giorni dalla firma dell’Accordo Finale: il 30% delle armi saranno raccolte entro 90 giorni, poi un altro 30% dopo 120 e il 40% rimanente alla fine dei 180 giorni.
Ci sarà la creazione di 23 Zone Transitorie di Normalizzazione e 8 accampamenti (da tempo individuate in diverse parti del paese), attive per 180 giorni. Questi spazi garantiranno il cessate il fuoco bilaterale e la consegna delle armi. Così inizierà il processo di preparazione dei guerriglieri per la loro integrazione alla vita civile. Per questi, si sono stabilite le garanzie di sicurezza e la lotta contro le bande criminali che rappresentano una “minaccia imminente” per l’implementazione degli accordi. Su tutti, i paramilitari.
4. Droghe illecite. L’accordo di pace stabilisce un nuovo modello di lotta al narcotraffico che punta a trasformare con il lavoro delle comunità i territori più colpiti da questo fenomeno. Le FARC si impegnano a porre fine a qualsiasi tipo di connivenza avuta in passato con questa attività illegale. Inoltre, si sono impegnate a raccogliere e consegnare informazione per aiutare ad identificare le rotte del narcotraffico.
Altro punto fondamentale è la eradicazione delle coltivazioni illecite, mediante un processo di pianificazione partecipativa con le comunità, che prevede la sostituzione con altre colture e lo sviluppo di settori economici alternativi. Sarà favorita la eradicazione volontaria.
5. Vittime. Otto milioni di vittime in poco più di cinquant’anni non si cancellano da un girono all’altro. Per questo, l’obbiettivo della giustizia è garantire la verità, la riparazione e la non ripetizione. La Giurisdizione Speciale per la Pace sarà incaricata di indagare, giudicare e punire tutti coloro che si sono macchiati di gravi delitti durante il conflitto, siano essi guerriglieri, militari e membri di gruppi illegali. Sarà costituito un Tribunale per la Pace, conformato da 20 magistrati colombiani e 4 stranieri. Altri 18 giudici colombiani e 6 stranieri comporranno tre Sale di Giustizia. I guerriglieri che riconosceranno la loro partecipazione nei crimini più gravi e collaboreranno con la giustizia, saranno puniti con pene tra i 5 e 8 anni di restrizione della libertà meno severa del carcere (domiciliare, geografica, lavorativa). Inoltre, avranno l’obbligo di realizzare opere e lavori a beneficio delle vittime. Chi non collaborerà sarà condannato alla reclusione fino a 20 anni. L’amnistia sarà concessa a tutti quelli che non abbiano compiuto crimini contro l’umanità.
6. Consolidamento e verifica. Sul rispetto dei punti veglierà un comitato costituito subito dopo la fine dei negoziati- integrato da tre rappresentanti del governo e tre delle FARC. Inoltre, il processo sarà accompagnato da diversi paesi e degli organismi internazionali.