L’annuncio di mercoledì scorso a l’Avana sulla fine positiva dei negoziati di pace è solo il primo passo verso il difficile cammino che condurrà alla pacificazione della Colombia. Ma di passi, prima di poter davvero brindare alla fine di mezzo secolo di guerra, ne rimangono ancora un certo numero. Percorriamoli, almeno sulla carta.
1. Il primo –immediatamente successivo alla chiusura dei negoziati- è la creazione di un comitato che dovrà verificare che siano seguite le tappe per l’implementazione dell’accordo in conformità a quanto previsto dalle parti.
2. La riunione della Conferenza Nazionale dei Guerriglieri. Sarà la decima della storia delle FARC e segnerà allo stesso tempo la loro fine come organizzazione armata e la mutazione in partito politico. Inoltre, questa conferenza sarà per i guerriglieri quello che per il resto dei colombiani sarà il referendum. Ci saranno 600 delegati-guerriglieri e avverrà durante la prima quindicina di settembre, in una località ancora da definire.
3. Solo a questo punto ci sarà la firma vera e propria dell’Accordo Finale, con la presenza di Santos, Timochenko, Ban Ki-Moon e tutta la fanfara. La firma consentirà al presidente di convocare il referendum (plebiscito). La firma dovrebbe arrivare tra il 20 e 25 settembre. Da quel momento inizia il processo di raggruppamento dei guerriglieri e l’abbandono delle armi; FARC avranno sei mesi di tempo per trasformarsi definitivamente in un’organizzazione politica.
4. Voto del referendum popolare per la ratifica dell’Accordo Finale, due settimane dopo la firma. La data più probabile è il 2 ottobre. In quegli stessi giorni, le varie divisioni delle FARC si dirigeranno verso i punti di riunione (zone prestabilite negli accordi in cui far convergere i guerriglieri) e i cosiddetti punti di normalizzazione. La vittoria dei SÌ è la condizione indispensabile per rendere possibile lo spostamento e il raggruppamento pacifico delle FARC.
5. Il giorno dopo il referendum parte il “Fast Track” (o “via rapida”) per far diventare realtà gli accordi di pace. In questa fase è previsto il ricorso alle facoltà speciali del presidente. Gli accordi di pace vengono definitivamente convertiti in leggi e decreti.
Si tratta, da qui alla fine dell’anno, di un cronogramma serratissimo.
Se tutto va come previsto, le zone di ritrovo saranno ultimate verso l’aprile del 2017, con tutti gli -ormai ex- guerriglieri riuniti e pronti ad essere reinseriti nella vita civile.
Arrivati a questo punto, la campagna elettorale per le presidenziali del 2018 sarà già entrata nel vivo.