La riunione ci sarà, le forme sono ancora da vedersi. Nel corso della visita negli Stati Uniti Papa Francesco si riunirà con una delegazione di famigliari dei 23 studenti messicani spariti nella notte del 26 settembro 2014 e con tutta probabilità assassinati da sicari narcos del cartello Guerreros Unidos dopo essere stati fermati da poliziotti corrotti. Secondo le indagini fin qui realizzate i resti sarebbero poi stati inceneriti.
La conferma dell’incontro l’ha diffusa il portavoce dell’ “Assemblea dei padri”, Emiliano Navarrete, che ha anche precisato la data, il 27 di settembre a margine dell’incontro mondiale delle famiglie a Filadelfia. Nella città statunitense la rappresentanza di genitori ci andrà su invito della Red de Migrantes Unidos che raggruppa varie organizzazioni a sua volta integranti della coalizione Ayotzinapa, dal nome della cittadina dello stato di Guerrero dove aveva sede la “Escuela Normal Rural Raúl Isidro Burgos” frequentata dagli studenti assassinati.
In questi giorni – quindi a 11 mesi di distanza dalla notte del massacro – è anche atteso il rapporto conclusivo della Comisión Interamericana de los Derechos Humanos (CIDH) che revisiona l’indagine ufficiale sin qui condotta dalla magistratura messicana. La relazione potrebbe essere resa nota il 6 settembre.
Si sa anche che l’“Assemblea dei padri” degli studenti ha chiesto alle autorità messicane di prorogare per altri sei mesi il lavoro della commissione, dovuto alle difficoltà e ai depistaggi incontrati nel condurre l’indagine. Gli esperti della Commissione interamericana per i diritti umani hanno lamentato il fatto che le autorità messicane hanno lasciato senza risposta, o hanno dato risposte parziali e insoddisfacenti, al 47 per cento delle richieste di informazione che sono state presentate. Hanno anche deplorato che agli esperti della Commissione non sia stato concesso il permesso di accedere alle testimonianze dei militari in servizio durante la fatidica notte tra il 26 e 27 settembre 2014.