La copia Valsecchi-Lucchetti, produttore di successo il primo, regista con 5 David di Donatello nella pur giovane carriera il secondo, ha quasi chiuso con gli ingaggi. Antonio Banderas, primo candidato a rappresentare Bergoglio Papa sul grande schermo, ha lasciato il posto a Rodrigo de la Serna, il giovane amico del “Che” Guevara dei “Diari della motocicletta”. De la Serna ha il pregio di essere argentino, un plus che nella fattispecie è tutt’altro che disprezzabile. Sarà lui – annuncia Valsecchi – a vestire i panni di Bergoglio giovane nel film “Call me Francisco” che a giorni comincerà il rodaggio in Argentina. Per Bergoglio adulto e Papa si vedrà, le carte non vengono ancora scoperte, ma l’attore – lascia capire il produttore romano reduce dai successi di Checco Zalone – potrebbe anch’egli avere la stessa nazionalità dell’originale.
“Call me Francisco” è organizzato in quattro parti, che abbracciano tutta la vita di Bergoglio: la gioventù, l’epoca dei desaparecidos e la dittatura, l’impegno contro la povertà fin al conclave e l’“Habemus papam”.
La sceneggiatura è stata alquanto laboriosa, sul terreno sono rimasti registi del calibro di Roberto Faenza (regista, sceneggiatore e saggista d’impegno) e partner sudamericani del livello di Daniel Burman (una dozzina di film all’attivo), con strascico di consulenti e vaticanisti di buon nome. Ma il mercato e il botteghino hanno le loro leggi, a cui Valsecchi è notoriamente sensibile.
Daniele Lucchetti filmerà in spagnolo, con un budget di 11 milioni di dollari (9 milioni di euro) e 14 settimane di tempo per terminare il film, a partire da gennaio. Se il cronogramma verrà rispettato “Call me Francisco” sarà pronto in maggio per arrivare nelle sale cinematografiche nell’ottobre del 2015. Con una versione per la televisione in quattro episodi di 50 minuti ciascuno.